Contenuto
Transizione digitale della giustizia, smaltimento dell’arretrato, processi più veloci, garanzie per il cittadino e carceri. Di questo si è discusso ieri sera nell’ambito di un incontro fra il Sottosegretario di Stato alla Giustizia, Senatore Andrea Ostellari e i rappresentanti delle categorie economiche padovane: l’appuntamento, organizzato dalla Camera di Commercio di Padova, si è svolto presso la sede dell’ente in Piazza Insurrezione. L’occasione ha consentito ad Ostellari di fare il punto sull’attività del Governo nei diversi settori della Giustizia e confrontarsi con le domande dei partecipanti.
«La recente costituzione di un dipartimento per la Transizione digitale - ha spiegato Ostellari - consentirà di rispondere alle esigenze di privati e aziende, soprattutto nel settore del processo civile. Affrontiamo il cambiamento con fiducia, consapevoli che alcune iniziali difficoltà saranno superate. Un primo obiettivo è già stato raggiunto nel 2023: il processo civile telematico è stato esteso ai giudici di pace».
Nel corso dell’incontro il Sottosegretario ha inoltre lanciato un appello al mondo imprenditoriale: «In Italia il processo è pubblico e le sentenze sono emesse in nome del popolo. Non si comprende perché l’esecuzione della pena, dal momento della condanna fino alla piena espiazione, venga trattata come una questione privata tra condannato e Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria. Come se il penitenziario fosse un luogo fuori dal mondo dei normali e detenuti, personale e volontari vivessero in una dimensione parallela. Le carceri e chi le abita possono essere una risorsa per tutta la comunità, a partire dalle aziende. A Padova abbiamo due istituti, la Casa di reclusione Due Palazzi e la Casa circondariale. Presso il primo sono attive esperienze di successo, mentre la casa circondariale non offre le stesse opportunità di lavoro, per mancanza di spazi adeguati. Ora quegli spazi sono in via di ristrutturazione e saranno presto disponibili: parliamo di almeno 300 metri quadri di superficie. Invito le aziende interessate a visitarli e a scoprire i vantaggi che potrebbero ottenere, trasferendo alcune lavorazioni in carcere», ha concluso Ostellari, elencando gli sgravi contributivi previsti dalla legge Smuraglia e ricordando come il lavoro in carcere non sia «un premio ma il migliore strumento per fare vera rieducazione, combattere la recidiva, ridurre aggressioni e comportamenti autolesivi da parte dei detenuti, oltre che consentire a chi ha sbagliato di mantenersi, senza gravare sulla comunità».
Un appello subito raccolto e rilanciato da Antonio Santocono, Presidente della Camera di Commercio di Padova: «Faremo la nostra parte per sensibilizzare le imprese del territorio. Le esperienze sviluppate all’interno della Casa di reclusione sono da tempo indicate come un modello nazionale, la possibilità di aprire nuovi percorsi in questo senso anche all’interno del circondariale rappresenta una bella notizia, una sfida che chiede coraggio e capacità di visione e che auspico alcune imprese del territorio sappiano raccogliere».